Venerdì 16 gennaio al teatro Mengoni di Magione e sabato 17 gennaio all’Auditorium San Domenico di Foligno, alle 21, prosegue la programmazione di Umbria in Danza con Trilogia, uno spettacolo con tre creazioni brevi che Matteo Levaggi ha composto per i danzatori del Balletto Teatro di Torino, Selene Manzoni, Manuela Maugeri, Viola Scaglione, Mattia Furlan, Giuseppe Cannizzo, Vito Pansini.
Fondato da Loredana Furno nel giugno del 1977, il Balletto Teatro di Torino, è oggi una formazione composta da danzatori che provengono da esperienze importanti a livello internazionale che, con crescente successo, continua il suo originale percorso di creazione riconosciuto ormai dalla critica italiana ed estera più attenta. Molto importante l’aspetto musicale, grazie alle collaborazioni con alcuni dei più grandi compositori contemporanei come Steve Reich, Heiner Goebbels e Giovanni Sollima che hanno anche composto musiche originali per alcune creazioni del BTT.
Con il lavoro del coreografo residente, Matteo Levaggi, il BTT si colloca con decisione su una linea che appare ormai forte tra le tendenze coreografiche di questo inizio di secolo: la danza che usa tutta la tecnica a disposizione, classica e post-classica, in un’audace elaborazione contemporanea, ma soprattutto, danza che trova in se stessa la sua profondità espressiva, conservando una grande capacità di comunicazione sia a livello formale che emotivo.
Il primo pezzo della serata è Frame, una languida coreografia, in continuo scontro-incontro con l’elettronica di Scanner, compositore inglese molto legato alla creazione di musiche per la danza, grazie all’imponente energia contemporanea che attraversa i suoi pezzi.
E’ poi la volta di Scherza Infida, un uomo e una donna affrontano il proprio essere in questo agrodolce duetto. Una bruciante coreografia, piena di passione e atleticità, sulla musica visionaria di Haendel.
In chiusura Anima un balletto nato per la nuova formazione del BTT in occasione del Tour in Perù e Uruguay. Nell’intimità delle danze e in ciò che le anima, troviamo l’equilibrio tra movimento, spazio, suono e suggestione su musiche di Philip Glass.